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Come da consuetudine ogni estate ho un appuntamento fisso: le chiamate su skype con il Brasile.
La mia Cristina Yang è a Trancoso, splendida località per vacanze brasiliane recensite su tutti i Vogue del mondo.
La domanda di quest’anno bizzarro per entrambe è:
Come facciamo a rivedere i ragazzi con cui passiamo delle fantastiche e insolite 12 ore?
Il telefono squilla il giorno dopo e quello dopo ancora, ma anziché la sua birra in frigorifero vorremmo lui, come si fa?
Onestamente a questa domanda non ho risposta. Se ne fossi fornita sarei, data l’età effettiva e non quella che dimostro, sposata con splendidi figli e bassotti in giro per casa.
La mia amica sbanda un secondo e non capisce come mai io non possa aiutarla questa volta, per farmi perdonare le regalo una mia perla con influenza britannica:
“non si è mai patetiche se si è concise e dirette”.
Lei sorride, ringrazia e mi manda un bacio.
Londra si sta riempiendo pian piano dei suoi normali abitanti, le finestre si illuminano, le case si popolano e le vite s’ intrecciano.
Dal mio ottavo piano osservo con discrezione, si ha una prospettiva diversa. Mi piace credere che sia quella descritta dal professor Keating nell’attimo fuggente: “I stand upon my desk to remind myself that we must constantly look at things in a different way.”
Prima di uscire a cena guardo nel mio mini e compatto frigorifero: non ho nulla, se non una bottiglia di birra ghiacciata.
Non la bevo, non è mia, mi berrò un bicchiere di vino aspettando il proprietario.
In questa mia estate londinese da “nuovamente quindicenne” tutto procede da copione:
– corso intensivo durante la mattinata, anche se sei ad un livello avanzato la grammatica inglese ha ancora dei lati oscuri e vanno approfonditi.
– business nel pomeriggio, fondamentale nella nuova adolescenza.
– chiacchierate con i ragazzi carini nelle pause caffè e non.
Il primo giorno di scuola ti fanno un test per capire in che classe inserirti, una volta scelta, la tua avventura linguistica può iniziare.
Ieri davanti ad un bicchiere di vino rosé mi sono chiesta … Perché nessuno ci fa un breve esame prima di iniziare una relazione sentimentale?
Anziché usare delle bizzarre app per trovare marito, non sarebbe meglio seguire un’ adatta educazione e formazione?
Copiamo, ancora una volta, la regina Elisabetta:
– Beginner : fase iniziale viene fornito l’ A B C per poter relazionarsi con il tuo compagno di banco. Questa fase inizialmente dura una settimana o poco più, dipende dalla tua capacità di voler uscire dal guscio. Non hanno mai avuto una storia non sanno come comportarsi. Si possono teneramente scusare.
– Elementary: gli insegnanti ti insegnano ad articolare frasi con uso facilitato di: grammatica e conversazione. Si son fatti coraggio e ti scrivono per primi, ma poi spariscono senza pretese? Non ha senso rimanerci male.
– Pre-Intermediate: inizi ad avere una discreta padronanza delle basi per approcciare non solo alla persona che ti sta accanto dalle 9.30 alle 14.30. Puoi, infatti fare la tua prima ordinazione al ristorante. Equivale alla seconda uscita: se sparisci sei un pre-cafone.
– Intermediate: qui non si hanno più scuse: “non ho capito” – “non so come si dice” non si possono più usare. Generalmente è un buon livello di conoscenza, siamo già al primo week end insieme: inzia a complicarsi la cosa. La storia può iniziare a funzionare, basta consultare gli amici prema di scrivere un messaggio. Se dovesse finire ci si fa forza e se ne discute, anziché sparire o farlo su skype.
– Upper intermediate: qualifica accademica B2: sei realmente preparato, parli un inglese fluente, quindi sei autonomo in tutto e per tutto. Hai diverse relazioni sentimentali alle spalle e se hai un partner fisso non usi più strategie e sai già se russa o no.
– Advanced: ottima conoscenza della lingua parlata e scritta: hai un brillante da favola al dito.
– Proficient: madrelingua. Sei sposata, hai due gemelli con gli occhi blu e due bassotti ruvidi che ti aspettano a casa quando torni la sera.
In che livello ti inseriresti tu?
Photo: British Vogue – anelli: giolina e angelo – segni di gi.
Ed eccomi qui: nella mia più che amata Londra.
La responsabile dell’equipaggio del mio volo easy jet si chiamava Gala … Che sia quella di freed from desire? La ricordava molto, la voce meno ma magari si è modificata con il passare del tempo. Non ci faccio troppo caso non poteva, del resto, iniziare diversamente il distacco da Milano: ordino tea verde e sfoglio una rivista di rito.
Sono solo due giorni in territorio inglese e già attraverso la strada come sola una vera britannica sa fare, mi merito un brilliant da parte di Elisabetta.
Qui c’è il sole, ma non ci si nega un abbraccio di una felpa o di una giacchetta di jeans. Durante i miei svariati spostamenti mattutini e serali, non vi nascondo, che una sciarpa la indosserei volentieri. E’ qui con me, aspetto solo l’occasione adatta e mi ci avvolgo.
La temperatura è perfetta per staccare il cervello, ma non whats app: ho, infatti, un numero inglese per tampinare gli affetti che ho preventivamente selezionato prima di partire. Due li ho al polso, uno come salva schermo su un “so” vintage I phone 3s e tutti gli altri sono memorizzati all’interno del telefono. Un po’ mi manca:
chi sa che torno solo per un motivo più grosso di me ed è felice.
chi mi esorta a rimanere qui nonostante tutto.
chi temeva mi potessi dimenticare di lui, ma gli è bastato curiosare tra i miei braccialetti, in continuo aumento, per ricredersi subito.
Perché sono tornata a Londra? Per innamorarmi.
Perché nessuno mi farà smettere di ripetere al mondo, anche in inglese se serve, che ci si può perdere per qualcuno anche se abbiamo i navigatori tra i denti. Può essere una vecchia conoscenza, una nuova o una parzialmente, ma addomesticata a dovere.
Per caso, dopo un anno devastante, incontri una persona che si comporta come nelle migliori pellicole hollywoodiane. Tu che fai? Scappi e interpelli tutti i tuoi amici sperando che ti confortino dicendo: “ si si, sta correndo troppo”.
Arriva il mio turno e su whats app ti scrivo: “nei film funziona così, arriviamo ai titoli di coda prima di recensirlo in modo avventato?”
Io, nel mentre, mi infilo un paio di Nike e me ne vado in giro per la mia King’s Road a sorridere: qui lo fanno tutti.





